SK 200 - A fr. Ottone Caputo,
Roma Niepokalanòw, 26 XII 1928
* M. Rev. Padre! Rispondendo alla sua del 13 di dicembre Le comunico che da noi la M.I. ha quasi tutta il carattere della “Pia Unione”, secondo il concetto del codice, cioè non è “corpus organicum” e così si infiltra fra diverse altre associazioni. Per lo più l'inscrizione si fa per la posta, inviando il diploma, sottoscritto da uno dei sacerdoti il quale appartiene alla M.I., ed una medaglia miracolosa. Il nome poi si inscrive nel libro dei socii. Ricevendo poi il periodico Rycerz i soci stanno in contatto immediatamente con noi. Sono però anche numerosi i preti i quali divulgano M.I. ed insieme anche appartengono a M.I., perché da principio da noi si spiegava che tutti i sacerdoti i quali appartengono a M.I. possono anche inscrivere gli altri, sottoscrivendo il diploma. I secolari divulgatori di M.I. ricevono i diplomi già sottoscritti. Tutti però inviano l'elenco dei nuovi iscritti a noi, eccetto il caso della erezione [canonica] da loro, il che è molto raro. Per fare un elenco di questi preti zelanti ci vorrà un po' più di tempo, perché bisognerà cercarli fra molte migliaia dei lettori nostri ed adesso c'è un gran lavoro per nuovo anno”: circa 300 [capi] di corrispondenza ogni giorno. Con carattere di “sodalitas”, cioè come si dice da noi M.I.2 (M.I.due), c'è M.I. fra i nostri chierici a Leopoli, a Cracovia, in Lagiewniki, fra i fratelli laici lavoranti presso il Rycerz, nel seminario di maestre a Wirów, nell'educandato femminile di Miêdzylesie ed in altri pochi luoghi. Era anche fra i signori (gli intellettuali) a Cracovia, ma dopo la partenza del Rycerz non c'era chi se ne occupasse sufficientemente e cessò d'esistere. Insieme Le invio l'atto di consacrazione all'Immacolata il quale sta stampato sulle nostre pagelle da principio della M.I., però non fu approvato a Roma per le indulgenze, per la mancanza di logicità in qualche punto. Lo ho dunque corretto e prego tanto di farlo presto approvare e fare che sia arricchito di 500 giorni d'indulgenza. Da noi si spiegava sempre che nessuna formula dell'atto è stabilita e neppure v'è bisogno d'un atto esterno, ma per abbandonarci nelle mani dell'Immacolata ed offrirsi come uno strumento nelle Sue mani per la conversione e santificazione di tutti - il che costituisce l'essenza di M.I. - basta anche un atto puramente interno. La medaglia poi serve come un segno esterno di questa offerta di se stesso; è dunque una parte integrale. Queste due cose costituiscono la condizione cioè l'unione di noi stessi come gli strumenti coll'Immacolata, nostra luce, forza e duce in questa guerra. I mezzi poi consigliati sono: la giaculatoria data dalla SS.ma Vergine Immacolata stessa e la Sua medaglia data anche da Essa. Oltre ciò tutti i mezzi purché legittimi: dunque anche la stampa periodica e non periodica, radio, la letteratura, l'arte, il teatro, il cinematografo, la legislazione, le camere dei deputati, i senati, e le organizzazioni diversissime, le quali avessero per scopo di distruggere le organizzazioni perverse e curare lo sviluppo pienissimo dei doni del buon Dio di anima e di corpo, dati a ciascun uomo, secondo le leggi di Dio, e così aiutare tutti in tutte le classi della società umana, in tutte le condizioni e circostanze, dalla culla fino alla tomba. Ma scusi, mi sono troppo allontanato dal proposito. Prego dunque di ottenere la indulgenza di 500 giorni per l'atto aggiunto, il quale è usato da 125.000 soci con una predilezione, perché rinchiude tutta l'idea di M.I. perfettamente. Credo che Lei sappia già che ai primi soci di M.I. appartengono: 1) p. Petro Giuseppe Pa, adesso parroco in Luizi Calugara, Jud. Bacau in Rumenia, 2) p. Quirico Pignalberi della Provincia Romana, 3) p. Enrico Granata della Provincia Napoletana,
4) p. Girolamo Biasi della Provincia di Padova, 5) p. Giovanni Garleanu della Provincia Rumena, 6) p. Serafino Bejan (Prov. Rumena), 7) p. Luciano Lelii, 8) p. Alessandro Gallo, 9) p. Andrea Eccher e 10) p. Paulo Emanuele Moratti. I primi quattro1 erano fra i primissimi (anno 1917), gli altri poi (anno 1919), dopo la morte beata dei due dei primissimi ancora, cioè fr. Antonio Mansi (31 oct. 1918) e prima di lui p. Antonio G³owiñski († 18 oct. 1918). Nell'anno 1929 abbiamo fiducia che l'Immacolata aiuterà il Suo Rycerz ad arrivare fino a 100.000 copie2. I settarii sono arrabbiati contro di noi e scrivono delle ingiurie. Buon segno. Credo che l'Immacolata per mezzo della Sua “Milizia” si degnerà di fare anche molto molto per le Missioni. Delle cose della M.I. vorrei con Lei trattenermi un po' più profondamente ed estesamente non già per iscritto, ma personalmente, colla voce viva, facendo una visitina a Roma. Questo però è possibile soltanto in caso che il Rev.mo p. Generale volesse chiamarmi; altrimenti come posso partire ed anche sapere che l'Immacolata proprio vuole questo viaggetto? Nel s. Padre Nostro Francesco fr. Massimiliano M. Kolbe M.I. PS - Nella lettera 10 doll. am[ericani].
Testo originale in lingua italiana.
Nota 200.1 P. Massimiliano non nomina se stesso, benché sia stato proprio lui l'iniziatore del movimento mariano della Milizia dell'Immacolata.
Nota 200.2 Cf. SK 199, nota 4
Milizia Dell'Immacolata di Sicilia